Tra le novità introdotte dal governo italiano per far fronte all’emergenza coronavirus, c’è la sospensione mutui. Ci riferiamo, in particolare, ai mutui immobiliari per prima casa, anche se, grazie alle associazioni di tutela dei consumatori, qualcosa si muove anche per le seconde case.
Sono tutti provvedimenti varati di recente, in particolare dal cosiddetto Decreto legge “Cura Italia”, successivamente convertito in Legge 27/2020. Nell’articolo di oggi cercheremo di capire come funziona la sospensione dei mutui per emergenza coronavirus, chi ha diritto di beneficiarne e come farne richiesta.
Il Fondo di solidarietà prima casa
Iniziamo col dire che la sospensione dei mutui per l’acquisto di una prima casa è un’opzione già prevista dal governo italiano per venire incontro alle famiglie in difficoltà economica.
Il Fondo di solidarietà per i mutui per l’acquisto della prima casa, noto come “Fondo Gasparrini”, istituito presso il Ministero dell’Economia e delle Finanze con la Legge n. 244 del 24/12/2007, prevede infatti la sospensione fino a 18 mesi del pagamento delle rate di mutui immobiliari per finanziamenti massimi di 250mila euro.
A fronte dell’emergenza coronavirus, con le conseguenti restrizioni imposte a tutti i livelli e le inevitabili ripercussioni sulla condizione economica di tanti nuclei familiari, si è deciso di intervenire rifinanziando il fondo con 400 milioni di euro ed estendendo la platea dei beneficiari.
Sospensione mutuo: chi può farne richiesta?
La sospensione mutui per emergenza coronavirus varata dal Decreto “Cura Italia” prima e fissata poi con ulteriori specifiche dal Decreto “Liquidità” del 8 aprile 2020, definisce i requisiti di chi può beneficiarne. Si tratta, in particolare, di:
- lavoratori dipendenti intestatari di mutuo che hanno subito una sospensione o una riduzione dell’orario di lavoro (attraverso ammortizzatori sociali come la cassa integrazione) per almeno 30 giorni;
- lavoratori autonomi o liberi professionisti intestatari di mutuo che hanno registrato una perdita di fatturato trimestrale (o su più breve periodo) di almeno il 33% rispetto all’ultimo trimestre del 2019.
L’allargamento della misura anche a lavoratori autonomi e liberi professionisti, che include anche artigiani e commercianti, è una delle principali novità introdotte dai recenti decreti. Così come la possibilità di sospendere mutui fino a 400 mila euro – invece del limite di 250 mila euro normalmente fissato dal Fondo Gasparrini – e l’estensione del provvedimento anche a mutui contratti da meno di un anno.
Altra importante novità è che la richiesta di sospensione può essere fatta anche da chi ha ISEE superiore a 30mila euro. Questi provvedimenti estensivi sono stati fissati con scadenza a dicembre 2020, salvo nuove disposizioni.
Resta la possibilità di beneficiare della sospensione della rata del mutuo per le altre casistiche già contemplate, tra cui la cessazione di rapporti di lavoro subordinati e “atipici” (con l’eccezione di quelle legate a risoluzione consensuale o a licenziamento per giusta causa) e quella dovuta alla morte o a grave handicap dell’intestatario.
Sospensione mutuo: come funziona?
La sospensione del mutuo consiste in un congelamento delle rate, ovvero: non si pagano per il periodo di tempo fissato dall’approvazione della richiesta. Il periodo massimo di sospensione è di 18 mesi, che possono essere anche frazionati in due diversi intervalli di tempo (ad esempio, una prima sospensione di 12 mesi e una successiva di 6 mesi).
Ci sono però dei criteri per stabilire il periodo di sospensione cui si ha diritto. Nella fattispecie:
- Congelamento mutuo fino a 6 mesi per chi ha subito una sospensione/riduzione dell’orario di lavoro tra 30 e 150 giorni lavorativi consecutivi;
- Congelamento mutuo fino a 12 mesi per sospensioni/riduzioni tra 151 e 302 giorni;
- Congelamento mutuo fino a 18 mesi per sospensioni/riduzioni oltre 303 giorni.
Al termine del periodo di sospensione, si riprende il pagamento delle rate dal punto cui si era arrivati. Di fatto, si tratta dunque di uno spostamento nel tempo. La quota da pagare resta quella concordata.
La situazione seconde case
La sospensione mutui per emergenza coronavirus non riguarda, almeno per quanto riguarda le misure varate dal governo, le seconde case.
Su questo punto però si sono mosse le associazioni di tutela dei consumatori, che, da un lato, hanno scritto al governo per chiedere che vengano adottati provvedimenti anche in questo senso, e dall’altro hanno stipulato un accordo con ABI (Associazione Bancaria Italiana), grazie al quale sono previste sospensioni delle rate fino a un massimo di 12 mesi.
In questo caso però non c’è una procedura univoca, quindi è bene informarsi chiedendo direttamente all’istituto di credito con cui si è contratto il mutuo.
Come farne richiesta?
La sospensione del mutuo va richiesta direttamente alla banca concessionaria, presentando la documentazione che attesti il rispetto dei requisiti previsti, insieme all’apposito modulo pubblicato dal Dipartimento del Tesoro.
Sarà poi la banca a farsi carico di trasmettere tutta la documentazione a Consap (società in house del Ministero dell’Economia e delle Finanze, nonché gestore del Fondo), che, dopo averla esaminata, darà risposta entro 15 giorni.
In caso di accettazione della richiesta, la sospensione del mutuo viene attivata entro i successivi 30 giorni lavorativi.
Le estensioni legate all’emergenza coronavirus permettono includono nella platea dei potenziali richiedenti anche chi ha già beneficiato del “Fondo di garanzia prima casa” o chi ha già fatto ricorso alla sospensione delle rate, a patto che siano passati almeno tre mesi dalla ripresa del regolare pagamento.
Restano esclusi, invece, i mutui legati a immobili di lusso e chi ha accumulato ritardi nel pagamento delle rate superiori a 90 giorni consecutivi. Quello della sospensione mutui per emergenza coronavirus si inserisce in una serie di misure per venire incontro alle particolari difficoltà economiche che hanno investito molte famiglie italiane.
A questo proposito, uno studio ad opera del CRIF (Centrale Rischi Finanziari) ha quantificato in circa 65 mila le richieste di sospensione di mutui immobiliari già presentate, il 13,6% delle quali in Veneto.
A seguire, la Sicilia (col 12,7% del totale), il Trentino Alto-Adige (12,2%) e la Lombardia (10,1%). E un’altra recente indagine, condotta dagli istituti di ricerca mUp research e Norstat per conto di Facile.it, ha evidenziato come il 53% delle famiglie italiane (praticamente più di una su due) abbia già sospeso o stia valutando di sospendere il mutuo.