Recenti dati statistici evidenziano come, nei condomini italiani, si registri in media un morto al giorno a causa di impianti elettrici inadeguati. Incidenti domestici, anche banali, che possono capitare ovunque, in qualsiasi situazione della nostra quotidianità. Quando usiamo un elettrodomestico, come l’asciugacapelli, o quando armeggiamo intorno a qualche presa elettrica entrandoci accidentalmente in contatto.
Nonostante già con la Legge N°46 del 5 marzo 1990 veniva imposto l’obbligo di una certificazione a garanzia del corretto funzionamento di tutti gli impianti condominiali (tra cui, appunto, quelli elettrici), l’associazione Prosiel, che si occupa di sicurezza e innovazione elettrica (e che ha anche redatto la Guida alla Sicurezza Elettrica nel Condominio), denunciava, nel 2017, come due terzi delle abitazioni italiane non rispettasse le norme sulla sicurezza elettrica. In particolare, il 52% degli impianti (quindi oltre la metà) risultava a rischio fulminazione per via di componenti danneggiate o in cattivo stato, con addirittura il 13% esposto al rischio di incendio. Dati preoccupanti, che fanno capire l’importanza di un impianto elettrico a norma.
Impianti elettrici in Condominio
In ambito condominiale, esiste di solito un impianto comune (che serve, cioè, le parti comuni dell’edificio) e gli impianti delle singole unità abitative. L’impianto comune porta l’energia elettrica sino ai cosiddetti punti di diramazione, ovvero i nodi da cui partono gli impianti afferenti a ciascuna abitazione.
Per gli impianti elettrici condominiali c’è un Decreto Ministeriale di riferimento, il n.37/08. Qui è specificato che l’impianto deve essere realizzato da un’impresa abilitata, quindi iscritta nell’apposito Registro della Camera di Commercio, sulla base di un progetto redatto da un Tecnico qualificato.
L’obbligo della certificazione
Il D.M. n.37/08 impone anche l’obbligo di rilascio di una certificazione per gli impianti di nuova realizzazione. Si tratta della dichiarazione di conformità, che deve essere rilasciata al termine dell’installazione e a seguito di specifiche prove di funzionalità. Per gli impianti elettrici realizzati prima dell’entrata in vigore del decreto, in assenza di dichiarazione di conformità, è richiesta la cosiddetta “dichiarazione di rispondenza”. Questa può essere rilasciata solo da un tecnico qualificato, che sia cioè iscritto all’albo e che abbia alle spalle almeno cinque anni di attività professionale in ambito elettrico.
Manutenzione e gestione dell’impianto
Le opere di manutenzione e gli eventuali interventi di riparazione dell’impianto elettrico condominiale rientrano tra quelli che riguardano le parti comuni. Le spese sostenute sono ripartite tra tutti i proprietari delle singole unità secondo il criterio dei millesimi di proprietà, come da Articolo 1123 del Codice Civile. Anche in questo caso, quindi, maggiori sono le dimensioni dell’appartamento, più alta è la quota a carico del relativo proprietario.
L’eventuale realizzazione di un nuovo impianto, perché magari datato e non più a norma o a seguito di danni che ne richiedono il rifacimento, rientra tra le opere di manutenzione straordinaria. Come tali è richiesta l’approvazione dell’assemblea condominiale, salvo casi di particolare urgenza (come da Art. 1135, secondo comma, del Codice Civile) in cui è riconosciuto all’amministratore pieno potere decisionale.
Il ruolo dell’amministratore
I dati statistici al 2017, che parlavano di 30 mila incidenti gravi nelle abitazioni italiane, di cui circa 6000 di natura elettrica, fanno capire quale sia l’importanza di un impianto elettrico a norma. Se quelli delle singole unità abitative sono sotto la responsabilità dei relativi proprietari, per l’impianto condominiale il ruolo di garante compete all’amministratore. Come previsto dall’Articolo 1130 del Codice Civile, l’amministratore è il custode delle parti comuni del condominio ed è tenuto perciò a garantirne la corretta conservazione e lo stato di sicurezza. È quindi l’amministratore a dover farsi garante che l’impianto elettrico condominiale sia sempre a norma, dotato delle certificazioni richieste e, più in generale, in linea con le disposizioni di legge.
In ambito di elettricità ci sono norme di riferimento precise e sempre aggiornate, in particolare quelle emesse da UNI (Ente Italiano di Unificazione) e CEI (Comitato Elettrotecnico Italiano), oltre a quelle di altri enti a livello europeo, il problema è farle rispettare, come denunciano sia Prosiel che ANACI (Associazione Nazionale Amministratori Condominiali e Immobiliari). Quello che può fare ciascuno di noi, nel proprio piccolo, è essere consapevole di cosa può comportare avere un impianto elettrico che non funziona correttamente. Basta una dispersione, un filo scoperto o un collegamento mal realizzato a causarci danni fisici, anche gravi. Ecco perché oggi abbiamo voluto approfondire questo argomento e sottolineare l’importanza di un impianto elettrico a norma.