Bicicletta in Condominio
La bicicletta è un mezzo di trasporto molto diffuso, tuttavia spesso le circostanze non ne favoriscono l’utilizzo e a parte la mancanza di piste ciclabili, la scarsità di rastrelliere e quant’altro ad avere problemi di parcheggio sono soprattutto coloro che abitano in condominio. Il parcheggio della bicicletta in condominio è infatti un argomento che spesso fa sorgere diatribe e litigi fra i condomini e non esiste una normativa o un quadro legislativo specifico. Vediamo di saperne di più.
Bicicletta in Condominio, cosa dice la legge
Come già detto, non esiste un quadro legislativo preciso riguardo al parcheggio della bicicletta in condominio, ma possiamo sintetizzare la situazione come segue:
- Il cortile è una parte comune dell’edificio condominiale e se nello statuto condominiale non sono presenti espliciti divieti è possibile parcheggiare la bici se questa non dà fastidio agli altri
- Il regolamento contrattuale può vietare in maniera esplicita il parcheggio delle biciclette negli spazi condominiali
- È anche possibile installare una rastrelliera per biciclette nel cortile del condominio ma solamente se è stata proposta e votata dalla maggior parte dei condomini.
Nulla al riguardo è contenuto anche nella legge di riforma del condominio 220/2012, entrata in vigore a partire dal 2013, in cui appunto non vi è alcun cenno sull’utilizzo dello spazio comune come parcheggio per la bicicletta.
Poiché i contenziosi riguardanti la suddetta questione sono numerosi, che affrontano tale questione, regioni e comuni si sono mossi per effettuare delle modifiche sui regolamenti edilizi e d’igiene ma ancora non vi è una normativa chiara e condivisa. L’unica normativa condivisa e in grado di regolamentare l’uso del cortile in condominio è l’Art. 1117 del Codice Civile.
In base a questo articolo i cortili, se non espresso diversamente, “sono oggetto di proprietà comune dei proprietari dei diversi piani o posizione di piani di un edificio”. Dopo aver fatto questa premessa, è possibile citare l’Art. 1102 Codice Civile che specifica come “ciascun partecipante può servirsi della cosa comune purché non alteri la destinazione e non impedisca agli altri partecipanti di farne parimenti uso secondo il loro diritto”.
Anche in questo caso il codice civile non dà alcuna conferma sulla questione e la decisione viene rimandata all’assemblea condominiale. Nel caso fra i condomini vi siano attriti è possibile far intervenire l’Amministrazione locale che dovrebbe favorire il ciclista.
A conferma di quanto sia importante la questione alcuni comuni, tra cui Milano (che mette in atto quanto previsto dall’Art. 6 della Legge Regionale n. 7 del 30 aprile 2009 con Milano in Bici) e Torino (Regolamento Edilizio Torino), hanno fatto delle modifiche ai loro regolamenti edilizi e d’igiene rendendo gli spazi appositi per parcheggiare le biciclette obbligatori.
Rastrelliere portabici per la bicicletta in condominio
Per quanto riguarda l’acquisto e l’uso delle rastrelliere portabici è l’assemblea condominiale che può decidere di installarle nel cortile. Dunque, l’installazione di un portabiciclette o di una tettoia può costituire un’innovazione diretta al miglioramento e al miglior rendimento delle cose comuni Art. 1120 c.c. L’acquisto potrà essere a carico anche solo dei condomini interessati con diritto di utilizzo esclusivo (Art. 1102 c.c.).
Naturalmente le discussioni sulla sistemazione della bicicletta in condominio sono all’ordine del giorno. Anche in una grande città come Milano, il 6% degli spostamenti avviene in bici. Inoltre, andare in bici, oltre che alla salute, fa bene anche all’economia infatti il nostro paese è il maggior produttore europeo di bicicli. In tutto, sulle strade italiane, ne circolano 8 milioni. Sebbene la bici sia ideale per ovviare al traffico urbano, resta difficile riuscire a parcheggiarla. Tuttavia, il progetto di legge intitolato “Modifica all’articolo 1120 c.c., concernente la maggioranza necessaria per deliberare la destinazione di spazi comuni condominiali a posteggio per le biciclette” presentato dall’On. Diego De Lorenzis, in quota M5S, intende favorire lo sviluppo della “ciclabilità, come alternativa all’uso del veicolo individuale motorizzato, attraverso misure idonee a rendere più efficiente il sistema di mobilità urbana e a tutela delle utenze deboli”.