Anche il 2019 sarà anno di Bonus
A quanto pare anche il 2019 sarà anno di bonus. Si parla, in particolare, di Bonus per ristrutturazioni e per interventi mirati a migliorare l’efficienza energetica e l’impatto ambientale di appartamenti e edifici. Un emendamento inserito nella bozza della legge di bilancio per il 2019 prevede, infatti, la proroga fino al 31 dicembre 2019 delle detrazioni fiscali già in essere. In pratica, se la legge verrà approvata così com’è stata proposta, chi effettua questo tipo di interventi potrà godere di percentuali Irpef da scontare superiori a quelle altrimenti previste. Tanto per fare un esempio, per interventi di restauro, risanamento conservativo e ristrutturazione edilizia, è prevista la detrazione del 50% su una spesa massima di 96000 euro. Normalmente si applicherebbe, invece, la detrazione del 36% su una spesa massima di 48000 euro, come definito dall’Articolo 16/bis del Dpr 917/86. Ecco perché si parla di “Bonus”. Vediamo ora nello specifico quali sono i bonus previsti e gli interventi per cui si potrà beneficiarne.
Bonus per ristrutturazione
I bonus per ristrutturazione riguardano, in generale, interventi di manutenzione straordinaria, riparazione, restauro e risanamento di un’unità immobiliare. Discorso che riguarda anche le pertinenze, come il box auto. È il caso quindi di riparazione e tinteggiatura di mura danneggiate, ad esempio, a seguito di infiltrazioni. Nei bonus ristrutturazioni rientrano anche gli interventi sulle parti comuni di edifici residenziali, come la sostituzione della canna fumaria, la predisposizione di un cablaggio in fibra ottica o la realizzazione del cappotto termico, tanto per citare argomenti già trattati in recenti articoli. O, ancora, le opere di bonifica da parti in amianto, ancora troppo spesso presenti nelle costruzioni più datate. Sono oggetto di detrazione fiscale anche gli interventi mirati all’eliminazione di barriere architettoniche e all’installazione di impianti per agevolare gli spostamenti di persone affette da gravi forme di disabilità (come da Legge 104/1992).
Possono beneficiare dei bonus per ristrutturazione anche installazioni per prevenire furti o aggressioni, come inferriate o sistemi antifurto.
Ad essere oggetto di detrazione non è soltanto il costo dell’opera realizzata, ma anche le spese correlate, come quelle per sopralluoghi e perizie tecniche, quelle di progettazione o quelle eventualmente affrontate per ottenere l’autorizzazione a procedere o, ancora, IVA e imposte di bollo.
La detrazione fiscale si ottiene nell’arco di dieci anni, suddividendola in dieci quote di pari importo da inserire nella dichiarazione dei redditi degli anni seguenti l’intervento di ristrutturazione. L’anno successivo a quello dell’intervento in oggetto si dichiara la prima quota, l’anno dopo ancora la seconda, e così via. Documentazione fondamentale sono le attestazioni dei bonifici bancari o postali di tutte le spese sostenute, che devono contenere: causale del versamento, codice fiscale del beneficiario della detrazione e codice fiscale o partita IVA di chi ha realizzato i lavori, ovvero il soggetto destinatario del pagamento.
Bonus mobili
Il Bonus mobili 2019 conferma quanto già previsto per l’anno in corso, ovvero la possibilità di godere di detrazioni Irpef al 50% sull’acquisto di arredi e grandi elettrodomestici a seguito di ristrutturazione dell’unità abitativa. Il bonus riguarda quindi l’acquisto di mobilia (come poltrone, tavoli, sedie, divani, letti, armadi, credenze, cassettiere, scrivanie) e grandi elettrodomestici di classe energetica non inferiore alla A+.
Anche in questo caso la detrazione viene frazionata in dieci quote, detraibili a partire dall’anno seguente le spese affrontate. Alla dichiarazione dei redditi andranno allegate dunque tutte le ricevute dei pagamenti effettuati. È possibile detrarre anche le spese di trasporto e montaggio, a patto che risultino da pagamenti tracciabili (bonifici e ricevute da carte di credito o di debito).
Requisito fondamentale per beneficiare del bonus mobili 2019 è che la data dell’intervento di ristrutturazione sia antecedente quella dell’acquisto dei beni da detrarre.
Bonus verde
Il cosiddetto “Bonus Verde”, introdotto dall’ultima legge di stabilità, riguarda gli interventi migliorativi e di sistemazione di aree verdi scoperte all’interno di proprietà private, quindi giardini e cortili condominiali. Rientrano in questo genere di interventi la realizzazione di un pozzo o l’ammodernamento dell’impianto di irrigazione.
Il bonus verde riguarda, inoltre, anche la realizzazione di coperture a verde (ad esempio di tetti e garage) o di giardini pensili.
Con la proroga dei bonus a tutto il 2019 verrebbe confermata la detrazione del 36% su una spesa massima di 5000 euro per singola unità abitativa. Documentazione fondamentale per beneficiarne è la tracciabilità dei pagamenti effettuati (quindi ricevute di bonifici o transazioni tramite carte di credito/debito).
Ecobonus
Anche per l’ecobonus si va verso la conferma di quanto già previsto per l’anno in corso, ovvero detrazioni dal 50% all’65% e con limiti di spesa che variano in base al tipo di intervento.
In particolare, rientrano tra gli interventi detraibili al 50% l’installazione di tende da sole, tende da interni, zanzariere dotate di schermature solari, finestre e infissi. Quest’ultimi possono rientrare anche nel bonus per ristrutturazioni, sempre con detrazione al 50% e con limite di spesa di 350 euro al metro quadro (per abitazioni certificate con Classe Energetica A, B o C) e di 450 euro al metro quadro (per Classi Energetiche D, E e F).
Discorso a parte riguarda l’acquisto o sostituzione della caldaia. Intanto l’agevolazione fiscale c’è solo per le caldaie di classe A. Se poi si tratta di caldaia dotata di valvole di termoregolazione, si può godere della detrazione al 65%. Le detrazioni al 65% riguardano, infatti, tutti gli interventi che migliorano l’efficienza energetica dell’unità immobiliare: oltre alle già citate caldaie termoregolabili, pompe di calore, opere di coibentazione e tecnologie per la produzione di acqua calda (come collettori solari).
I limiti di spesa vanno dai 30000 ai 100000 euro e per godere delle agevolazioni fiscali previste occorre presentare i bonifici delle spese sostenute, completi di causale, codice fiscale del beneficiario della detrazione e codice fiscale/partita Iva del destinatario del pagamento. A questo vanno aggiunti la dichiarazione rilasciata da un tecnico abilitato o di chi ha eseguito i lavori che ne attesti l’esecuzione a norma di legge, la certificazione della classe energetica dell’immobile e l’invio della comunicazione a ENEA (l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile) entro 90 giorni dal termine dei lavori.
Bonus fino all’85% per i condomini
Rientra nel discorso degli ecobonus, ma merita un capitolo a parte il Bonus Condomini. Qui le detrazioni fiscali possono arrivare sino all’85% della spesa sostenuta.
Questo genere di bonus riguarda ovviamente gli interventi sulle parti comuni degli edifici. Si parla, in particolar modo, di opere di risparmio energetico o di adeguamento antisismico.
Per quanto riguarda il risparmio energetico, la detrazione prevista può arrivare fino al 75%, in base alla superficie dell’immobile interessata dall’intervento e al miglioramento dell’efficienza energetica ottenuto. Fa fede, in questo senso, la perizia di un tecnico abilitato o la dichiarazione di chi ha sostenuto i lavori. Il limite di spesa detraibile è fissato a 40000 euro per ogni unità immobiliare di cui l’edificio è composto. Per fare un esempio concreto, se si tratta di un condominio costituito da 10 appartamenti, si può detrarre fino al 75% su un totale di 400000 euro (40000 euro moltiplicato per il numero degli appartamenti, ovvero 10).
In questa categoria rientrano opere di coibentazione della facciata condominiale, come la realizzazione del cappotto termico, ma anche interventi su balconi e terrazzi e la rimozione di eventuali parti in amianto dai tetti. In ogni caso, requisito fondamentale per poter beneficiare di questo bonus è la perizia tecnica, su cui ENEA può effettuare controlli, anche a campione, per verificarne la veridicità. Se si dichiarano opere di efficientamento energetico al solo scopo di ottenere le agevolazioni fiscali, avendole però effettuate senza rispettare i criteri richiesti o non avendole realizzate affatto, si rischiano quindi pesanti sanzioni.
Il cosiddetto SismaBonus è riferito, invece, a opere di adeguamento sismico di edifici situati in zone considerate a rischio più elevato (zone a rischio sismico 1, 2 e 3). La detrazione prevista varia dal 75% all’85% su una spesa massima di 96000 euro e viene ripartita in cinque quote di pari valore, da recuperare quindi nei cinque anni successivi al termine dei lavori. A determinare la percentuale di detrazione è il livello antisismico raggiunto.
Ci sono, infatti, delle classi di rischio, stabilite in base al fatto che l’immobile risponda a certi requisiti. Più la classe è alta, più l’edificio è considerato a rischio nell’eventualità di eventi sismici. Se l’intervento porta l’immobile alla classe sismica immediatamente inferiore, la detrazione di cui si può beneficiare è del 75%. Nel caso, invece, si arrivi a due classi sismiche in meno, la detrazione sale all’85%. Anche in questo caso è una perizia tecnica a certificare la classe sismica ottenuta. Il Bonus riguarda anche capannoni e immobili di aziende produttive.
Prospettive di proroga
Se dunque sembra certo che anche il 2019 sarà anno di bonus, la prospettiva è che possano esserlo anche gli anni a seguire. Il ministro Luigi Di Maio ha recentemente parlato, infatti, dell’idea di allungare l’orizzonte temporale delle detrazioni fiscali legate alle ristrutturazioni. In particolare, si vuole incentivare l’efficienza energetica degli edifici ed evolvere verso forme di energia più sostenibili. Troppo spesso, infatti, sentiamo parlare di aria irrespirabile a ridosso delle principali aree urbane, con presenza di sostanze inquinanti ben oltre i limiti fissati per legge. Cosa legata non soltanto al traffico di mezzi, ma spesso anche e soprattutto alle emissioni provenienti da immobili con impianti di riscaldamento ormai datati. Incentivarne la sostituzione o l’ammodernamento diventa quindi un passo fondamentale se si vuole davvero migliorare la qualità dell’aria che respiriamo e, di conseguenza, delle nostre vite.